Batterie Organiche per favorire l’impiego delle fonti rinnovabili

images3LCO7KI8La crescita del peso delle fonti rinnovabili nella produzione di energia determina come sappiamo problemi alla rete di fornitura per la variabilità della loro produzione. Da qui lo studio e lo sviluppo di una nuova generazione di batterie in grado di compensare il divario momentaneo fra domanda ed offerta di energia. Fra queste una attenzione particolare la meritano i progetti di innovative batterie organiche eco compatibili

E’ evidente infatti che le batterie che impiegano metalli e componenti chimici, se pure svolgono un ruolo utile a favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili , pongono problemi ambientali per l’impiego su larga scala dei materiali che le compongono. Per questo motivo una soluzione eco-compatibile delle nuove batterie può rappresentare  l’esemplare quadratura del cerchio. A questo obiettivo si è certamente dedicato un team di ricerca della Università della California Meridionale che ha recentemente reso pubblico il risultato positivo di questo impegno

Si tratta infatti del design di una innovativa batteria organica in grado di accumulare energia anche su larga scala che viene rilasciata nei tempi e nei modi voluti utilizzando soltanto materiale organico non inquinante, di lunga durata e per di più poco costoso.

Infatti la batteria è composta sostanzialmente di acqua e di materiali naturali chiamati chinoni . Si tratta di componenti organici ossidati che si trovano nelle piante , nei funghi , nei batteri e anche in alcuni animali e che sono coinvolti nella respirazione cellulare e nella fotosintesi. I chinoni compongono le celle elettro attive (caricate positiva e negativa ) che sono immerse in acqua e che accumulano energia. Il design della batteria permette poi di disaccoppiare la quantità di energia accumulata da quella prodotta (rilasciata) rispondendo in modo ottimale alla sua funzione.

Attualmente la produzione dei chinoni è naturale ma il team della Università Californiana pensa che possano essere riprodotti su scala industriale attraverso l’impiego della anidride carbonica. Ulteriore testimonianza sul fatto che la ricerca sia ormai completata e possa iniziare la fase di sviluppo industriale arriva dai numerosi brevetti che l’Università ha depositato riguardo al nuovo prodotto.

D’altronde che l’area di sviluppo sia promettente possiamo desumerlo anche dal fatto che la ricerca sulle batterie a basso impatto ambientale viene perseguita da numerose aziende specie giapponesi . Una start up, la Power Japan Plus ha svelato di aver sviluppato una tecnologia per batterie organiche che paragonata a quelle al litio ha una capacità di accumulo doppia e di impiego 20 volte più rapida. Il suo utilizzo riguarda in particolare le auto elettriche. La Sumitomo invece è già in corso di applicazione del primo sistema di accumulo su larga  scala per le reti di distribuzione che utilizza batterie usate dei veicoli elettrici. Un ulteriore dimostrazione delle opportunità offerte dalla innovazione sostenibile

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